Il mio contributo

Io e la scena dell’incontro

Anno 2006. Il Teatro dell’Argine decide di cominciare un lavoro non occasionale e non sporadico sul tema dello straniero. E di farlo, individuando come protagonisti, i giovani attori con cui entra in contatto attraverso i seminari, che si svolgono dentro e fuori le scuole.
Nasce tra me e Teatro dell’Argine un rapporto, che parte da domande. Come fare che il tema dello straniero, dell’immigrato, del rapporto con le culture extra-europee possa essere affrontato con la massima forza possibile? Senza cadere nelle trappole del buonismo, dell’umanitarismo o, al contrario, nelle derive estetiche della ricerca dell’esotico e dell’inusuale. Tutta la mia storia di rapporto con la Scena dell’incontro nasce dallo sviluppo, a livello progettuale e drammaturgico di queste domande. Alla ricerca dei modi e delle forme in cui le storie, le vite, che dal mondo ci arrivano  possano davvero incontrare le nostre domande e ridisegnare le nostre vite. Per questo il lavoro sul tema dello straniero si trasforma velocemente in “Scena dell’Incontro”, laboratorio di forme di condivisione umana e artistica possibile.