Ancora a caldo. Un sentimento di riconoscenza e di gratitudine al pubblico delle due prime prove aperte dello spettacolo.
Per l’intelligenza e per la disponibilità umana.

Perchè il “Teatro dello spettatore” si basa su un incontro, e quando questo avviene con la potenza delle due prime serate, è molto forte.
Per la prima volta ho chiesto agli spettatori di prendere la parola durante lo spettacolo. Ero molto contento quando questo è successo, perchè la parola aveva una dimensione teatrale. Non assomigliava nè a un dibattito, nè a un’assemblea, era l’intervenire a tempo, partendo sì leggendo uno scritto, ma dando forma teatrale a quella presenza. Mai questo ha tolto energia e tensione alla scena, e questo non è scontato.
Adesso sono pieno di segni. I fogli raccolti dagli spettatori che aspettano di essere riordinati nella mente. Mi accompagneranno a Nardò, dove martedì 29 lo spettacolo avrà la sua prima ufficiale.
Un momento che non scordo è quando ad occhi chiusi il pubblico ha imparato a memoria e poi sussurrato i versi di una poesia.
Sono rimasto sospeso anch’io. A un certo punto le voci del pubblico erano, almeno per pochi secondi, un vero coro, non un leggere scomposto o un vociare di fondo.
Questo mi riconferma che la “questione del coro” il Teatro dello Spettatore dovrà affrontarla, perchè le possibilità che si intuiscono sono moltissime.
Adesso preparo l’ultima prova aperta, sempre a Cologno, nel quartiere Stella. Il diario continuerà…