Lezione di classe e memoria personale. Un pensiero di Teresa Ciulli

ciao Gigi, buongiorno!
ieri sera è stato un tempo magico. Due ore scandite da un orologio che mi ha consentito di andare in profondità: nel tempo della mia memoria, nello spazio del mio sentire. E' stato un altro viaggio ancora da quello fatto tre mesi fa, diverso perchè diverso l'ambiente -quella scuola era veramente una bellezza come se ne vedono poche ormai- e diversa la mia classe. E diverso anche tu. E' stata anche questa volta una occasione di fare memoria, di diventare ragno e secernere il filo che mi consente di arrampicarmi in alto in basso o riprendermi lo spazio di collegamento fra i sentimenti le cose accadute, ma anche quelle non accadute, e poi tessere me utilizzando i fili degli altri, degli altri spettatori-scolari. Ieri fra loro, due amiche a me per ragioni diverse entrambe care. Ieri una lezione concreta di quel sapere verticale di cui parla Galimeberti e noi ci siamo allineati volentieri, per vedere com'è. Si arriva altissimi, alla fine. O profondissimi, se vuoi. Tanto che in fine, quando hai chiesto a noi tutti di prenderci un tempo per guardare l'immagine che ci eravamo scelta, io non mi sentivo più l'autrice di quell'oggetto nè la persona che anni prima aveva fatto quell'opera. Io ero un'altra persona e mi sono presa il tempo, come gli altri, di guardarmela……e ho scoperto. Ho scoperto una verità, che sta là dentro, chiusa a chiave: una verità che non avevo visto mai. Perchè per me, le cose le vedo, parodossalmente, solo quando riesco a scriverle. Allora ho passato, ieri sera, le chiavi di casa mia, per fortuna che le avevo, a quella donna, vera, chiusa dentro quell'altra, disegnata. Sono certa che si tratta della stessa serratura, perchè stanotte ho dormito come non mi capitava da tempo. Era lei, finalmente libera.

Ti abbraccio caro Gigi.. E buon viaggio, nella vita.
A presto rivederci. Teresa

Dagli spettatori di "Lezione di classe" a Nardò alcuni pensieri sull'asino…. 

 Il mio asino entrava raramente a scuola, disturbava durante le lezioni, masticava paline di carta e poi dopo aver svuotato una bic le usava come proiettili. Una volta a lezione di musica invece di dire organo disse orgasmo…

 Il mio asino era asino perché parlòava pochissimo, perché quando leggeva andava molto piano, perché non aveva una grande memoria, pochi parlavano con lui. Ero seduto al suo fianco, compito in classe di matematica, anch’io non sapevo molto di matematica, lui era astuto a copiare. Davanti a noi due secchione. Lui sbirciava e riusciva a copiare. Io da lui. Il risultato incredibile è che lui consegnò prima delle due secchione…

 Era asino perché tutto intorno sembrava che gli scivolasse addosso. Era sempre silenzioso nel suo banco, talmente tanto da essere chiamato “l’addormentato nel banco”. E poi, immacolati i quaderni, ripeté l’anno. L’ho rivisto l’anno scorso, lui mi ricordava, da allora si è sposato e si dedica alla pastorizia….

 Era asina perché così la sentivo chiamare dalla maestra. Non ricordo di averla mai sentita parlare. Ricordo benissimo il suo aspetto: aveva una carnagione olivastra, i capelli unti, e soprattutto il fiocco bianco del grembiule sempre in disordine e moscio….

 Asino,rispondeva male, non studiava. Una volte l’insegnante parlò con i genitori in classe, e la madre lo schiaffeggiò davanti a tutti e disse all’insegnante che poteva farlo lei stessa ogni volta che lo avesse reputato necessario. Lui, un’altra volta, conficc ò una matita nel palmo della mano di un compagno…

 Asino non mi sono mai sentito, inadeguato sì. Sognavo che salivo sul pullman e mi accorgevo di aver dimenticato di indossare una scarpa…

Pensieri di Giò

Lezione di classe.
Sono rimasta emozionata tutta la notte e ancora oggi mi sento piena di pensieri, emozioni, voglia di…
Ho ripercorso tutta la mia esperienza educativa dalla prima elementare a oggi , da studente, da insegnante, .
Hai detto grandi verità che condivido profondamente e su cui ultimamente stavo un po' rassegnandomi, perchè "sola"sempre di più a viverle.
Mi hai fatto tornare la voglia di ricominciare di nuovo da capo, di smettere di pensare che è meglio lasciare, che forse posso ancora essere utile, riproponendo ancora quella profondità nella relazione che può venire solo dall'amore, dall'innamorarsi del ragazzo che hai di fronte, di tutto quello che lui è, della forza che posso scoprire in ogni rapporto, della bellezza e meraviglia e del miracolo che si scopre ogni volta nella relazione, della grande vita,e crescita e giovinezza che ne ricevo in cambio. I miei studenti fanno fatica a capire perchè a me non interessano i voti mentre a tutti gli altri molto, fanno fatica a capire perchè guardo sempre a quelli in difficoltà (siamo al liceo), ma forse dentro al loro cuore capiscono molto bene. devo aprirla ancora la porta?

Da uno spettatore di "Lezione di classe" a Cologno

Il mio asino:
Nunzio, Sesto San Giovanni, scuola media. 2000.
Perchè non sapeva ancora (quasi) leggere e scrivere, ne' tagliare con le forbici un foglio seguendo una linea. Non stava fermo più di due minuti. Si alzava, litigava coi compagni..
Alessio V, scuole Calamandrei, 1990. Sesto San Giovanni, scuole medie.
Alessio la mattina aveva appena sfondato la porta di un bagno a pugni. Aveva insufficienze in tutte le materie. Quaderni neanche uno. Un fratello gemello, che come lui la mattina a scuola ci andava un giorno sì e uno no, perché non sentivano la sveglia.
Io asina che penso:
Oddio, adesso viene qui, che vuole quella, ma che ha capito….che scema, che scema, non ricordo più niente
Io asina: cambio insegnante di pianoforte, esame di ammissione: suono un pezzo tutto ma proprio tutto completamente sbagliato. La faccia dell'insegnante di pianoforte (la mia futura) cominciò ad assumere un'aria schifata, di totale e profondo disprezzo. Io continuo a suonare, vorrei sprofondare, sparire, tutto tutto è confuso
La maestra: Era vecchissima, tanto che l'anno dopo è andata in pensione.
La mattina arrivava sempre dopo l'orario e nel frattempo noi – 40 bambine e bambini – eravamo autorizzati a giocare in cortile.
Poi ci chiamava ed entrando in classe lei stava sulla porta e ognuna poteva darle un bacio.
Per prima cosa ci faceva dire una preghiera, poi un canto in coro, infine ci leggeva qualche pagina…
In segreto ogni bambino era invitato a scrivere un foglietto che poi piegava e teneva tutto il giorno sul banco. Era un fioretto che riguardava la classe, cioè qualcosa di buono che ogni persona si proponeva di fare a favore di un compagno quel giorno.
Gabriella