Non è un caso che due tra gli spettacoli più significativi del festival parlino ancora una volta, seppur in modo assai differente, di scuola e delle regole della democrazia . Abbiamo detto spettacoli di diversa natura, due esempi assai diversicati tra loro che però ci riconducono ad un teatro nobile e qui veramente necessario per i tempi bui che stiamo attraversando.

Di scuola dicevamo ma non solo ci parla il progetto “Lezione di classe” con Gigi Gherzi e Silvia Civilla ideato e diretto da Gigi Gherzi, prodotto Terrammare Teatro, che prosegue dopo “La Strada di Pacha” il percorso del regista milanese per una nuova idea di pubblico cosciente e teatralmente ed umanamente condiviso.

Per parlare di scuola, ma non solo, perchè, come si sa ,da essa discendono molti principi fondanti della nostra società, i due attori, come veri e propri insegnanti, conducono il pubblico in due classi di scuola distinte, sarà li che gli spettatori rivivranno i riti e i meccanismi primordiali del conoscere ( appelli, interrogazioni, esercizi di memoria, dettati alla lavagna, temi) ritornando forse bambini ma dovendo gioco forza, attraverso la condivisione di storie, aneddoti, di parole di scrittori, riflessioni condivise, ricordi emozioni,. riposizionare i loro concetti di scuola, educazione, apprendimento.
Il teatro così senza che quasi gli spettatori se ne accorgano diventa “occasione d'incontro e rito di civiltà, stimolando le reazioni, spingendoli alla scrittura e alla parola, ne valorizza i pensieri e le emozioni.”li spinge a ricordare le proprie radici e i propri maestri di vita.
Al centro di ogni discorso viene posto il somaro con tutte le sue problematiche, non per giustificarlo, si intende, ma perchè forse lo siamo tutti un po somari, perchè ognuno di noi ha le sue competenze, i suoi tempi, le sue esigenze, perchè ognuno di noi ha bisogno di maturare per dare i suoi frutti migliori.