Dagli spettatori di "Lezione di classe" a Nardò alcuni pensieri sull'asino…. 

 Il mio asinoentrava raramente a scuola, disturbava durante le lezioni, masticava paline di carta e poi dopo aver svuotato una bic le usava come proiettili. Una volta a lezione di musica invece di dire organo disse orgasmo…

 Il mio asinoera asino perché parlòava pochissimo, perché quando leggeva andava molto piano, perché non aveva una grande memoria, pochi parlavano con lui. Ero seduto al suo fianco, compito in classe di matematica, anch’io non sapevo molto di matematica, lui era astuto a copiare. Davanti a noi due secchione. Lui sbirciava e riusciva a copiare. Io da lui. Il risultato incredibile è che lui consegnò prima delle due secchione…

 Era asinoperché tutto intorno sembrava che gli scivolasse addosso. Era sempre silenzioso nel suo banco, talmente tanto da essere chiamato “l’addormentato nel banco”. E poi, immacolati i quaderni, ripeté l’anno. L’ho rivisto l’anno scorso, lui mi ricordava, da allora si è sposato e si dedica alla pastorizia….

 Era asina perché così la sentivo chiamare dalla maestra. Non ricordo di averla mai sentita parlare. Ricordo benissimo il suo aspetto: aveva una carnagione olivastra, i capelli unti, e soprattutto il fiocco bianco del grembiule sempre in disordine e moscio….

 Asino,rispondeva male, non studiava. Una volte l’insegnante parlò con i genitori in classe, e la madre lo schiaffeggiò davanti a tutti e disse all’insegnante che poteva farlo lei stessa ogni volta che lo avesse reputato necessario. Lui, un’altra volta, conficc ò una matita nel palmo della mano di un compagno…

 Asino non mi sono mai sentito, inadeguato sì. Sognavo che salivo sul pullman e mi accorgevo di aver dimenticato di indossare una scarpa…